La consueta carrellata annuale delle maglie più interessanti, realizzata in collaborazione da footbAll Nerds e Sport Media House, oltre a darci una panoramica sui prodotti migliori degli ultimi 12 mesi, ci dà anche qualche spunto per azzardare una risposta sullo stato di salute del mondo jersey.
C’è – innegabilmente – un momento di stasi nella creatività, che ha originato risposte diverse.
La prima, sostenuta dallo sdoganamento totale della maglia come oggetto da indossare lontano dal campo e dai legami col mondo fashion, ha portato al moltiplicarsi di progetti sempre più anticonvenzionali e lontani dalla tradizione, con una gestione molto libera di palette cromatiche e geometrie. Se le maglie nuove devono essere 2-3 ogni anno e suscitare sempre meraviglia, era prevedibile aspettarsi che la creatività diventasse sempre più spinta e, al tempo stesso, meno comprensibile per quello che dovrebbe sempre essere il fruitore numero uno della maglia: il tifoso.
Questo porta alla seconda risposta all’inaridimento della creatività stessa. Il vintage (vero o presunto), l’eterna riproposizione di ciò che è già stato amato e apprezzato una o due generazioni fa. È una vittoria facile, una coccola per supporters e appassionati, ma anche un trick che non può durare in eterno.
È venuta a mancare anche quella vena di ispirazione che è stata il mondo del concept kit amatoriale, a cui i brand avevano attinto a piene mani negli anni scorsi. Online si trova ancora tanto, ma di nuovo c’è poco: molti della “vecchia guardia” hanno fatto il salto nel mondo reale e la new wave non sembra altrettanto pronta.
Come si vede dal listone, comunque, i progetti meritevoli di nota non mancano. Dalle tante maglie celebrative a qualche vero concept kit (Milan x Pleasures su tutti), fino all’ottimo recupero di iconografie che sembravano ormai perse per brand e club, all’exploit di piccoli brand indipendenti.
E ora via, a testa bassa verso il 2025!
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