Iconicità e rivoluzione, l’arte targata Gratton

Iconicità e rivoluzione, l’arte targata Gratton. Sono passati poco più di tre anni dalla scomparsa di Piero Gratton, designer che, a cavallo tra fine anni ’70 e anni ’80, con i suoi loghi ha completamente rivoluzionato la brand-identity all’interno del panorama sportivo, disegnando dei marchi diventati poi iconici e ancora oggi attuali.

Sono passati poco più di tre anni dalla scomparsa di Piero Gratton, designer che, a cavallo tra fine anni ’70 e anni ’80, con i suoi loghi ha completamente rivoluzionato la brand-identity all’interno del panorama sportivo, disegnando dei marchi diventati poi iconici e ancora oggi attuali. 
Il suo nome viene comunemente e soprattutto associato al famoso Lupetto della Roma, apparso per la prima volta sulla divisa dei giallorossi nel 1978 e che all’epoca rappresentava un’operazione di marketing coraggiosa e mai vista prima. Una vera e propria rivoluzione grafica: due cerchi concentrici con i colori sociali e all’interno la raffigurazione di una testa di un lupo stilizzata con la bocca semi aperta e con aria aggressiva.
Un logo all’avanguardia, indossato fino al 1997 ma ripreso su alcune divise negli ultimi anni, contribuendo alla brandizzazione del marchio in tutto il mondo.

Roma e non solo…
Nel corso della sua carriera, Gratton ha prodotto diversi stemmi che hanno assunto una certa storicità e importanza. È il caso del Galletto del Bari, il logo probabilmente più celebre dei biancorossi. Introdotto nel 1979, è rimasto sulle maglie da gioco fino al fallimento del 2014. Una vivace chioma rossa ondulata e un galletto composto da delle linee nette che danno un senso di semplicità e fermezza, stemma inserito anche tra i cento più emblematici di sempre dalla nota rivista inglese FourFourTwo.
La matita del designer italiano è entrata anche nella storia del Palermo grazie ad un lavoro ricco di personalità e di fascino. Una testa d’aquila nera con un collare rosa al collo, situata all’interno di un rombo verticale con spigoli arrotondati e di colore verde. Un logo utilizzato dal 1979 al 1986 e ripreso anche sulla terza maglia delle stagioni 2015/2016 e 2016/2017.
Da un’aquila all’altra, Gratton è anche il padre dell’Aquilotto utilizzato dalla Lazio dal 1979 al 1982. Così come ha dato vita all’attuale stemma del Pescara, che vede un delfino nuotare in un mare azzurro e il cielo, di un blu più scuro, a fare da sfondo. Il tutto racchiuso in bordi bianchi, stesso colore del mammifero.
A distinguere e a dare un forte senso di riconoscimento ai disegni di Gratton è la specie animale: dal lupo all’aquila, passando anche per il delfino. Ognuno con la propria identità visiva.
Ma non è tutto: nel corso della sua carriera, tra i vari lavori a contatto con lo sport, ha anche curato l’immagine degli Europei di atletica leggera del 1974, creato il marchio e la mascotte ufficiale degli Europei di calcio del 1980 e, nel 1983, ridisegnato il logo della UEFA

Qual è secondo te il logo più bello?

MarioM

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