La storia della Maglia Rosa, più che una semplice divisa

La centoseiesima edizione del Giro d’Italia si è conclusa lo scorso 28 maggio. Una tappa che è tra le più importanti al mondo e che si identifica a livello globale attraverso la famosa Maglia Rosa.Una divisa ricca di storia e che unisce diverse generazioni da novantadue anni. Attualmente, la prestigiosa maglia è assegnata a colui che fa registrare il miglior tempo nella singola tappa.

La centoseiesima edizione del Giro d’Italia si è conclusa lo scorso 28 maggio. Una tappa che è tra le più importanti al mondo e che si identifica a livello globale attraverso la famosa Maglia Rosa.

Una divisa ricca di storia e che unisce diverse generazioni da novantadue anni. Attualmente, la prestigiosa maglia è assegnata a colui che fa registrare il miglior tempo nella singola tappa.

Viene introdotta nel 1931 da Armando Cougnet, giornalista de La Gazzetta dello Sport, giornale che, nel 1909, ideò il Giro d’Italia. L’obiettivo è quello di rendere riconoscibile il leader della gara e di attribuire al suo talento e al suo risultato un simbolo di riconoscimento forte e distintivo.

Perché il rosa?

Il colore viene scelto per onorare il giornale milanese. Una decisione ispirata al Tour de France che, nel 1919, crea la maglia gialla, a sua volta ispirata al colore delle pagine de L’Auto, oggi noto come L’Équipe

La svolta

Fino agli anni ’70 viene prodotta dai maglifici lombardi Vittore Gianni e Tizzone. Successivamente, poi, la Maglia Rosa cambia: assume un aspetto più sportivo e moderno, anche grazie ai nuovi materiali con cui viene realizzata. La produzione è affidata alla fabbrica Castelli, che è anche l’azienda produttrice di oggi. 

La maglia 2023: caratterizzata da uno stile più digitale frutto di un lavoro tecnologico importante. È prodotta con filati riciclati derivati dal recupero di bottiglie di plastica. Inoltre, è anche oggetto di una collezione digitale avviata in esclusiva su ItaliaNFT.

Chi l’ha indossata?

Il primo è stato Learco Guerra, precisamente il 10 maggio 1931 grazie al trionfo della tappa Milano-Mantova. Il record, però, appartiene al belga Eddy Merckx che, tra il 1968 e il 1974, l’ha vestita per 77 volte.

Il primatista italiano è Alfredo Binda, fermatosi a quota 59. Ma diversi sono i ciclisti che l’hanno ottenuta: Francesco Moser, Gino Bartali, Fausto Coppi e Marco Pantani sono solo alcuni di questi. Nomi, però, che lasciano intendere l’epicità e l’importanza della Maglia Rosa.

Rosa e non solo.

Esistono anche altri tipi di maglie:
Maglia ciclamino: istituita nel 1966, viene assegnata al leader della classifica a punti che viene stilata attribuendo dei punti in base al piazzamento dei corridori al traguardo.

Maglia azzurra: spetta al leader della classifica scalatori, formata in base ai punti assegnati ai ciclisti che tagliano per primi il traguardo dei Gran premi della Montagna. Introdotta nel 1933, fino al 2011 era di colore verde. Nel 2012 è diventata azzurra per ragioni di sponsorship.

Maglia bianca: ideata nel 1976 e assegnata fino al ’94, viene nuovamente introdotta nel 2007. Conferita al miglior Under 26 della classifica generale.

C’era una volta la maglia nera: tra il 1946 e il 1951, questa divisa veniva data al corridore che terminava per ultimo la gara.

Domanda finale: credi che la Maglia Rosa riuscirà anche in futuro a mantenere la propria tradizione?

Fonti: dazn.com, gqitalia.it, giroditalia.it.

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