Il fenomeno NBA che sussurra ai cavalli
THE JOKER
Il soprannome, riferimento chiaro al noto personaggio della saga di Batman, arriva dalle caratteristiche di Jokic: sorriso maldestro, senso dell’ironia fuori dal comune anche nelle situazioni più scomode, ironia spietata e voglia di divertirsi sempre.
Pillole di un giovane ragazzo; storyboard.
– Quando compie 13 anni lascia il basket per il trotto.
– A 15 anni torna a giocare a basket in una squadretta vicino a casa. Ha dichiarato che a quell’età faceva schifo e beveva in media 3 litri di coca cola al giorno.
– A 18 anni un importante agente scrive testualmente sul suo taccuino “Grande talento, fisico schifoso”. L’agente è Misko Raznatovic che, dopo la firma del contratto, gli promette una scatola di biscotti al cioccolato dopo ogni partita giocata bene.
– Sempre a 18 anni è costretto a saltare due partite per una lesione al polso causata da 3 ore di autografi fatti a circa 300 bambini, durante un evento della sua squadra: “Nella mia vita non posso deludere mai nessun bimbo”
Inizio carriera NBA
– La notte del Draft 2014, mentre viene scelto alla numero 41 dai Nuggets, suo fratello Nemanja è a New York a stappare bottiglie di champagne, offrendo da bere a chiunque. Nikola invece è a casa, in Serbia, a dormire. La sua scelta non viene trasmessa nemmeno in diretta: nel momento in cui lo annunciano, in tv viene trasmessa una pubblicità di burrito.
Arrivo a Denver
– A 20 anni si presenta a Denver col 22% di massa grassa. La prima sera, ad una cena a casa di un dirigente dei Nuggets, mangia da solo una vaschetta di gelato da 1 kg.
– i Nuggets gli vietano bevande gasate e dolciumi, e così perde 19 kg in 6 mesi.
Relazione con i fratelli
– A 21 anni dichiara di aver fatto a pugni coi suoi due fratelli durante una partita al gioco di carte “UNO” perché uno dei fratelli è stato beccato a barare.
Dream Catcher
– A 22 anni ha dichiarato che una volta a settimana parla al telefono con “Dream Catcher”.
Sua mamma deve andare nella stalla per passarglielo. Dream Catcher è il suo cavallo.
«I cavalli sono la mia valvola di sfogo. Mi permettono di tenere la testa lontana dal basket quando ne ho bisogno, di rimanere calmo e rilassato. Li amo davvero, penso che sarà quello a cui mi dedicherò una volta finita la carriera »
Curiosità di un gran giocatore
– A 25 anni si è sposato. E’ andato a letto alle 7.30 del mattino quando quattro amici l’hanno riportato in albergo dalla moglie.
– Sempre a 25 anni ha fatto ripetere tre volte la palla a due di Denver-Clippers perchè facendo un balletto col sedere continuava a far ridere uno dei tre arbitri.
– A 27 anni, ha firmato un contratto da 272 milioni in 5 anni. La sera ha portato una trentina di amici in una bettola a pochi km da Sombor, dove, come da tradizione, hanno ballato a petto nudo attorno al fuoco bevendo rakija: un mix tra la nostra grappa e del gasolio.
– Sempre a 27 anni ha ricevuto il secondo titolo di MVP della NBA in collegamento in mondovisione dalla sua stalla, seduto ad un tavolino di plastica, con dietro il suo cavallo.
Il campetto a Sombor
– Il successo non l’ha cambiato, è rimasto il ragazzino che a 16 anni lanciava appelli nel vuoto su Facebook: «C’è qualcuno che viene a giocare con me al campetto?». Zero commenti, nessuna risposta, eppure ancora oggi rilancia l’invito perché quando torna in Serbia lui torna sempre al campetto sotto casa a Sombor la sua città di origine: «È la cosa che amo di più fare in vita mia. Più che giocare in Nba. Credo che il “talento” che mi è stato dato dall’alto arrivi dall’aver giocato lì 3 contro 3, 2 contro 2»
<Voglio tornare a casa dai miei cavalli> e tu, se avessi vinto Le finals di NBA cosa avresti fatto?
E tu conoscevi Jokic in veste di Joker? Se hai altre curiosità scrivile nei commenti